La Torre Maestra di Priero risale al XV quando, in seguito ad accordi con il Marchese di Ceva il borgo è trasferito dal Poggio (Receptum Podii) alla zona più pianeggiante alle rive del torrente Cevetta. Ne troviamo testimonianza in un manoscritto datato 1387 giunto a noi in una copia più recente. Il documento, inoltre, riporta numerosi accordi tra il Comune di Priero e il Marchese di Ceva per appianare le divergenze precedenti.
<< La partecipazione del Comune e degli abitanti di Priero all’edificazione di fortificazioni ed altri edifici fu vincolata alla promessa da parte del Marchese Girardo di costruire esclusivamente la sua dimora presso il borgo di Priero. In queste circostanze gli uomini ed il Comune di Priero si impegnavano ad aiutare il signore nella realizzazione delle fondamenta del castello e nel reperimento e trasporto di tutti materiali da costruzione (pietre, laterizi, sabbia, acqua, calce, legname ecc.) necessari, acquistati però a spese dello stesso marchese. A quest’ultimo spettava inoltre il pagamento della mano d’opera impiegata per la realizzazione del borgo fortificato ed il pagamento del vitto a quei prieresi che avrebbero prestato la loro opera allo scopo. Si stabilì inoltre che gli abitanti di Priero nominati perdonatii fossero tenuti a versare per sempre un somma annuale pari a 12 lire di moneta genovese allora corrente per la manutenzione della torre; le somme eventualmente avanzate sarebbero state versate al “Torriano” per l’esercizio dei suoi abituali uffici.>>. …<<Il borgo, come è ancora oggi ben visibile, aveva una geometria molto precisa e ben disegnata: oltre alla preesistente via XX Settembre con andamento sinusoidale, le altre vie avevano ed hanno tracciato rettilineo e larghezza costante. Il borgo nasceva senza una piazza vera e propria, ma la via centrale, oggi via Roma – più larga rispetto alle altre e porticata su ambo i lati – assolveva a tutte le funzioni commerciali e sociali della platea, come infatti essa veniva chiamata. L’attuale piazza Vittorio Emanuele II fu edificata solo successivamente, nel XIX secolo, cioè dopo la realizzazione della nuova chiesa parrocchiale che – su disegno dell’architetto Francesco Gallo – sostituiva l’originale chiesa del XIV – XV secolo di cui si dirà più avanti. Le porte di accesso al borgo erano tre : due erano situate agli estremi dell’ attuale via XX settembre (porta Soprana e Porta Sottana), la terza (Porta Ferrera) poco distante. Da quanto precede si intuisce l’importanza che doveva avere tale asse viario, allineato alla strada di collegamento tra Ceva e la Liguria. Il nuovo borgo era infatti localizzato proprio lungo tale importante via di comunicazione.>>. …<<Il borgo era cinto da mura con quattro torri angolari; tre di altezza più bassa ed una – la Maestra, ancora oggi esistente – più alta e robusta, con funzione di avvistamento. Le mura, di cui rimangono ampi tratti ancora in buono stato di conservazione, denunciano – per spessore ed inclinazione delle superfici – una concezione costruttiva tipicamente medievale, antecedente all’introduzione delle armi da fuoco.>>
Tratto da: Priero – Cronache, fatti e documenti per mille anni di storia
A cura di: Elisa Barattero Mosconi, Gustavo Mola di Nomaglio e Alberto Turinetti di Priero